Il pungitopo, conosciuto anche come Rusco, dal suo nome botanico, è una pianta cespugliosa sempreverde alta dai 30 agli 80 cm, caratterizzata dalle ben note bacchedi colorrosso scarlatto che la decorano d’inverno. Una particolarità di questa pianta è la presenza di cladodi, cioè fusti trasformati che hanno assunto la funzione delle foglie, divenendo ovali, appiattiti e rigidi, con estremità pungenti. E sono proprio queste estremità, in realtà, le vere e proprie foglie del pungitopo!
Perché il nome “pungitopo”?
Il nome così particolare nasce dall’usanza, molto diffusa in passato, di disporre le spine acuminate della pianta attorno ai formaggi o ad altre derrate alimentari, per difenderli dalla voracità deitopi e dei roditori in genere, e mantenerli così al sicuro.
Una pianta dalla tradizione millenaria
Il pungitopo è considerato fin dai tempi più antichi un potente portafortuna. Nell’antichità i rami secchi del pungitopo, per la forma aculeata e pungente delle foglie, servivano per allontanare dalla casa gli spiriti maligni.
I Romani appresero questa tradizione dai popoli germanici e iniziarono a piantare il pungitopo intorno alle loro abitazioni per proteggerle. Inoltre, era considerato un importante simbolo di augurio; infatti, era consuetudine scambiarsi rami di pungitopo durante le celebrazioni come buon auspicio.Per i primi popoli cristiani il pungitopo era simbolo di fecondità e prosperità.
Da queste antiche tradizioni deriva la pratica diffusa oggigiorno di addobbare le nostre case durante le festività natalizie con composizioni ricche di rametti di pungitopo, come segno di buon augurio, per auspicare un periodo ricco di felicità e benessere per i mesi a venire.
Questa usanza purtroppo ha causato, sia in passato ma anche più recentemente, una raccolta indiscriminata, mettendo a serio rischio la crescita spontanea della specie; fortunatamente il pungitopo è entrato a far parte delle specie protette, così da preservarlo dall’estinzione.
Proprietà terapeutiche
Nonostante venga impiegato spesso come pianta ornamentale, il pungitopo vanta anche diverse proprietà benefiche per il nostro organismo.
Dioscoride, medico e botanico dell’antica Grecia vissuto nel I secolo d.C., scrisse un trattato sulle piante officinali che servì da modello per tutti gli erbari futuri. Tra le piante trattate c’era anche il pungitopo, pertanto già all’epoca si iniziavano a conoscere le proprietà di questo cespuglio.
Se la pianta è apprezzata e utilizzata come decorazione natalizia per le bacche rosse ed i rametti con le foglioline acuminate, è la parte sotterranea a contenere le sostanze responsabili delle azioni terapeutiche del pungitopo. Le radici e il rizoma, ovvero il fusto sotterraneo, contengono infatti numerosi composti bioattivi, tra cui troviamo saponine steroidee, polifenoli, flavonoidi, olio essenziale e fitosteroli.
Le attuali indicazioni cliniche, per le quali esistono evidenze scientifiche, sono rappresentate dagli stati infiammatori del circolo venoso e/o linfatico (flebiti, tromboflebiti, linfangiti), dall’insufficienza venosa periferica(che si manifesta con gonfiore e pesantezza delle gambe, con possibile presenza divarici),dalle emorroidi fino alla cellulite. L’attività biologica più importante del rizoma del pungitopo è dovuta alle saponine steroidee, che grazie alla loro struttura chimica sono in grado di esplicare un effetto antiinfiammatorio addirittura superiore a quello dell’escina (il gruppo di attivi dell’Ippocastano, altra pianta nota per l’attività flebotonica). Inoltre, la presenza di polifenoli, e in particolare dei flavonoidi con il loro importante effetto antiossidante, garantisce un’azione protettiva sull’endotelio dei vasi capillari, aumentandone la resistenza e riducendone la permeabilità.
Un’ultima curiosità: Pungitopo o Agrifoglio?
Molti confondono il pungitopo con l’agrifoglio, altri pensano che siano due nomi diversi per indicare la stessa pianta: in realtà, si tratta di due specie ben distinte (nonostante siano diffuse entrambe nel periodo natalizio).
Il Ruscusaculeatus (pungitopo) appartiene alla famiglia botanica delle Asparagaceae, mentre l’agrifoglio, noto con il nome botanico di Ilex aquifolium, fa parte delle Aquifoliaceae. Sonole fogliel’elemento che differenzia maggiormente le due piante: come abbiamo visto, quelle del pungitopo sono di piccole dimensioni, sottili, rigide e simili a delle frecce. L’agrifoglio invece presenta foglie molto più grandi, ovali nei rami superiori, con spine sul margine nei rami inferiori, di varie tonalità di verde smeraldo con una colorazione lucida intensa.
Infine, attenzione alle bacche rosse dell’agrifoglio! Sono tossiche per l’uomo: l’ingestione di queste provoca uno stato infiammatorio grave dell’apparato gastro-intestinale e renale, determinando nel primo caso vomito, nel secondo aumento della diuresi.
Foto 1: Pungitopo
Foto 2: Agrifoglio